(Quaranta giorni di Quaresima e altrettanti passi dal “niente-meno-che-un-romanzo”)
(Dall'”Introduzione”)
“Nell’atto però di chiudere lo scartafaccio, per riporlo, mi sapeva male che una storia così bella dovesse rimanersi tuttavia sconosciuta; perché, in quanto storia, può essere che al lettore ne paia altrimenti, ma a me era parsa bella, come dico; molto bella.”
Ampia e complessa, l’introduzione al romanzo; gioco di specchi tra l’autore del manoscritto e l’autore del romanzo, tra storia e invenzione, lingua desueta (e desueto orizzonte culturale) e lingua e cultura d’oggi: tutte questioni che meritano attenzione e riflessione e hanno ancora molto, molto da dire.
Dentro questo groviglio, la domanda. fondamentale: ma è una storia che val la fatica di raccontare?
E la risposta è sì: perché è bella.