(dal Capitolo XXIII)
“Io mi conosco ora, comprendo chi sono; le mie iniquità mi stanno davanti; ho ribrezzo di me stesso; eppure…!”
La frase è, in qualche modo, l’architrave della trama del romanzo, perché se l’Innominato avesse altro parere, tutto andrebbe diversamente. È una frase dal netto sapore biblico: si riconosce il richiamo al Salmo 50, l’ammissione della propria iniquità di fronte a Dio, invocato perché si venga liberati.
Il percorso verso Dio dell’Innominato è segnato dalle questioni della giustizia e della colpa; di fondo, resta un non detto, essenziale: cosa lo abbia mosso, di dove nasca il convincimento sulla realtà del Dio, cui si rivolge.
Manzoni non ci dà risposte, sa di non poterle dare, questo è il segreto più segreto che sta dentro ciascuno; ci resta, solo (solo?), una ragazza che tocca il cuore delle persone, e che si chiama Lucia.