(dal Capitolo XXII)
“Non dobbiamo però dissimulare che tenne con ferma persuasione, e sostenne in pratica, con lunga costanza, opinioni, che al giorno d’oggi parrebbero a ognuno piuttosto strane che mal fondate; dico anche a coloro che avrebbero una gran voglia di trovarle giuste. Chi lo volesse difendere in questo, ci sarebbe quella scusa così corrente e ricevuta, ch’erano errori del suo tempo, piuttosto che suoi: scusa che, per certe cose, e quando risulti dall’esame particolare de’ fatti, può aver qualche valore, o anche molto; ma che applicata così nuda e alla cieca, come si fa d’ordinario, non significa proprio nulla.”
Il personaggio storico fondamentale del romanzo è il Cardinale Borromeo, al cui approfondito ritratto Manzoni dedica quasi tutti il Capitolo XXII. C’è un nodo della sua biografia che rimane fonte d’interrogazione, per lo scrittore: vi allude qui, ma nella Cronaca della colonna infame” il lettore ne trova la specificazione. Il Cardinale condivise idee, e conseguenti azioni, al tempo della ricerca dei responsabili della peste, e lo scrittore non riesce a cavarsela con la spiegazione legata allo spirito dei tempi, al contesto storico, ai condizionamenti. Non ne fa qui più che questo fugace cenno, ma resta evidente che, per lui, il luogo fondamentale delle decisioni è sempre la facoltà deliberativa del singolo uomo -la capacità di scegliere e orientarsi verso il male o il bene. E di qui a poco l’Innominato farà prova di questo.